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Medio Oriente, illustrato l'esito del viaggio in Israele |
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L’esito e le prospettive del viaggio in Israele, compiuto da una delegazione veneziana con il Coordinamento italiano Enti locali per la pace, sono stati illustrati oggi a Ca’ Farsetti, con una conferenza stampa, dai componenti la delegazione: la presidente del Consiglio comunale, Mara Rumiz, il consigliere comunale Giorgio Suppiej, la responsabile del Centro Donna, Alberta Basaglia, l’assessore provinciale Bruno Moretto, il consigliere regionale Igino Michieletto. E’ intervenuto il sindaco di Venezia, Paolo Costa. |
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Riassumendo le esperienze vissute in sette giorni di incontri con personalità israeliane e palestinesi, incontri volti ad acquisire elementi di conoscenza e di valutazione in maniera oggettiva, la presidente Rumiz ha affermato che senza un intervento internazionale appare impossibile qualsiasi via d’uscita dalla situazione di conflitto. “Sono ancora più preoccupata di quando sono partita” ha confessato la presidente, descrivendo sia le drammatiche condizioni delle città palestinesi occupate o assediate (Rumiz si è recata due volte a Betlemme, Suppiej a Gerico, Basaglia a Nablus) sia il clima di terrore degli attentati nelle città israeliane.
L’unico modo per uscire da questa situazione è affrontare il problema alle radici – ha detto Mara Rumiz – per giungere alla costituzione di due Stati coesistenti nella sicurezza, evitando il pericolo che lo Stato palestinese possa essere un insieme di “isole” separate, il che impedirebbe anche l’evoluzione del nuovo verso un sistema democratico. Assolutamente essenziale sarà poi – ha concluso – l’impegno dell’Italia e di tutta l’Europa per l’avvio di progetti di cooperazione, che vadano oltre il momento della ricostruzione, per diventare tri-laterali, e contribuire così alla convivenza tra le popolazioni. |
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Il sindaco Costa, ringraziando a nome della Città la delegazione per l’impegno profuso, ha ricordato come alla chiarezza dell’obiettivo – la creazione di due Stati – purtroppo oggi non corrisponda una chiarezza sulla strada da percorrere: anzi, le risposte sbagliate (il terrorismo da una parte, l’occupazione militare dall’altra) si potenziano a vicenda impedendo qualsiasi passo verso una soluzione pacifica. Anche se finora i risultati sono stati assai scarsi, e la situazione è di grande difficoltà, bisogna insistere perché le Nazioni Unite, gli Stati Uniti, la comunità internazionale riescano a separare i contendenti, portandoli alla trattativa; l’Europa molto può lavorare, sia pure sul lungo periodo, per ricostruire la convinzione e le condizioni per raggiungere l’obiettivo di due Stati sicuri nel loro territorio, l’unico risolutivo, nel quadro di una più ampia politica di pace sullo scenario euro-mediterraneo.
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