Verso il Giorno della Memoria: la mostra “Shoah, l’infanzia rubata”
“Shoah, l’infanzia rubata” la mostra che da lunedì 10 gennaio, a Palazzo Fortuny, sarà il primo importante appuntamento delle iniziative promosse per il 5° Giorno della Memoria, è stata presentata oggi a Ca’ Farsetti con una conferenza stampa alla quale sono intervenuti la presidente del Consiglio comunale, Mara Rumiz, il responsabile del Coordinamento cittadino per il Giorno della Memoria, Shaul Bassi, Marina Scarpa Campos per l’Associazione Figli della Shoah, il vice direttore delle Politiche educative, Elvio Pozzana.
Mara Rumiz ha sottolineato come a Venezia le iniziative per il Giorno della Memoria, nell’arco dei quattro anni dall’istituzione della ricorrenza, si siano molto ampliate, coinvolgendo moltissimi soggetti, sotto l’egida del Consiglio comunale: sull’obbligo della memoria e sulla necessità del ricordo attivo – ha rilevato a questo proposito – è doveroso andare oltre le logiche politiche e trovare una logica di comunità. Il programma dell’edizione di quest’anno risulta “incredibilmente positivo” per vastità e articolazione, e testimonia la sensibilità e l’attenzione della città.
La mostra “Shoah, l’infanzia rubata” è stata realizzata appunto su iniziativa del Consiglio comunale, con l’attività dell’Ufficio del Consiglio, in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah, gli Itinerari educativi, i Musei civici veneziani, la Comunità ebraica di Venezia: resterà aperta fino al 27 gennaio, in orario 9.30–18, con ingresso libero e visite guidate per le scuole. Il rapporto con il mondo della scuola è assolutamente fondamentale – ha detto Mara Rumiz – se si vuole costruire un futuro basato sulla conoscenza e sul ricordo del passato: perché è nella scuola che si forma una coscienza che impedisca il ripetersi della tragedia che è stata.
Shaul Bassi ha annotato come dall’unico evento della prima edizione, un incontro a Ca’ Farsetti, il programma per il Giorno della Memoria sia cresciuto costantemente, fino a raggiungere quest’anno trenta eventi di rilievo tra la città e la provincia, e questo perché Venezia si è dotata di un Coordinamento di tutti i soggetti interessati, che opera tutto l’anno. Il calendario ricco e polifonico del 2005 si caratterizza perché, oltre alla manifestazione ufficiale di domenica 23, e ai consueti incontri di studio e di testimonianza, comprende attività di teatro, di danza, di arte, di cinema, di poesia, di letteratura: utilizza cioè linguaggi diversi e diverse esperienze culturali per poter raggiungere pubblici diversi.
La mostra è stata illustrata da Marina Scarpa Campos: all’interno della tragedia della Shoah, essa focalizza l’attenzione sui bambini e sugli adolescenti che ne furono vittime (un milione e mezzo di uccisi nei campi di sterminio) ed è organizzata più emotivamente che storicamente; è dedicata in particolare alle scuole, perché attraverso emozioni vere i ragazzi siano sensibilizzati alla tragedia che ha travolto l’Europa in anni non lontani e quindi alla necessità di una coscienza civile e umanitaria sempre vigile. Ai cinquanta pannelli della mostra itinerante, sono stati aggiunti undici pannelli che ricordano i bambini ebrei veneziani dall’inizio della discriminazione alla persecuzione fino alla rinascita della Comunità nel 1945. Gli organizzatori hanno anche predisposto, oltre alle visite guidate, strumenti didattici per gli insegnanti, in modo da promuovere un approccio corretto dei bambini a una tematica tanto tragica. Parte della mostra è dedicata a Janusz Korczack, un pediatra e pedagogo polacco che fu in prima linea per salvaguardare i diritti dei bambini ebrei nel Ghetto di Varsavia e che fu ucciso con 192 di essi nel campo di Treblinka. Da ciò dovrà derivare per i ragazzi un messaggio propositivo: così come allora ci fu chi cercò di fare qualcosa per opporsi allo sterminio e proteggere le vittime, ciascuno di noi può fare qualcosa per impedire il ripetersi di ogni discriminazione e violenza.
Come noto, il Giorno della Memoria è stato istituito con la legge 211/2000 per “ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. La data stabilita dalla legge è il 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz ma, come gli anni scorsi, la celebrazione è stata anticipata a domenica, per consentire la più ampia partecipazione di cittadini.
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