Lied ohne Worte (2004)
per soprano, coro misto di voci bianche, pianoforte ed elettronica
Drammaturgia, scelta ed elaborazione dei testi: Claudio Ambrosini
Testi originali di Beethoven, Schiller e di bambini internati nel campo di concentramento di Terezìn (Pavel Friedmann, Hanus Hachenburg, “Teddy” L 410 e Anonimi)
Sonia Visentin soprano
Coro "Piccoli Cantori Veneziani"
diretti da Mara Bortolato
Aldo Orvieto pianoforte
Alvise Vidolin elettronica e regia del suono
CIRS, Centro Internazionale per la Ricerca Strumentale
Diana D'Alessio Assistente
La Città di Venezia ha sempre celebrato il Giorno della Memoria accompagnando all’insostituibile voce della testimonianza la meditazione artistica della musica e del teatro. Per il 2005, a sessant’anni dalla liberazione di Auschwitz, ha voluto segnare questo storico anniversario con una iniziativa di grande valore. Ha chiesto al suo cittadino Claudio Ambrosini, compositore di fama internazionale, di creare un’opera originale, il cui aspetto simbolicamente più importante è la presenza di un coro di bambini, a significare come il lavoro della memoria si trasmetta idealmente, grazie al linguaggio universale della musica, da una generazione all’altra. Lied ohne Worte, che ha la sua prima assoluta al Teatro Malibran domenica 23 gennaio, si preannuncia come un’occasione unica, in cui il Giorno della Memoria ancora una volta va oltre la mera ricorrenza e diventa insieme momento di ascolto della voce dei testimoni della persecuzione nazifascista, di incontro tra i cittadini di tutte le età e di alta creatività artistica. Il Consiglio Comunale ringrazia il Teatro La Fenice per aver sostenuto questa iniziativa mettendo a disposizione la prestigiosa sede del Teatro Malibran. Venezia ringrazia Claudio Ambrosini e insieme a lui tutti gli interpreti e i bambini del coro e le loro famiglie per il loro prezioso contributo.
Mara Rumiz
Presidente del Consiglio Comunale
Presentazione dell’opera
Lied ohne Worte — tradizionalmente: un “canto senza parole”, ma in questo caso piuttosto un “canto per cui non ci sono parole” — è qui invece intonato su quelle, intensissime, scritte da bambini ebrei internati nel campo di concentramento di Terezìn. Un campo tristemente noto anche come luogo di reclusione di molti musicisti ebrei d’avanguardia, collettivamente etichettati col termine spregiativo di “Entartete Musik”, musica degenerata. Anche la modernità musicale era dunque degenere per i nazisti.
Lied ohne Worte si apre accostando frammenti tratti dalle poesie — bellissime, verrebbe da dire, se la parola non fosse agghiacciante in questo contesto — scritte da alcuni dei quindicimila bambini internati a Terezìn, di cui solo cento si sono salvati: pochi più, dunque, di quelli che sono oggi qui sul palco a cantare. Quindicimila bimbi che ritrovano per un momento la voce attraverso quella dei bambini di Venezia per dirci della durissima vita del ghetto, dello stato di attesa senza speranza, della maturazione forzata che li porta costantemente a pensieri molto più gravi di quelli consoni alla loro età: una fanciullezza mai vissuta, che riappare per un attimo, esplode per un solo istante alla vista fuggevole di una farfalla. Gialla, come la stella cucita sui loro petti.
Come in un corto circuito, ai versi scritti nel campo di concentramento si contrappone l’inebriante “visione” di Schiller, quella espressa in An die Freude e fatta propria da Beethoven per il testo dell’Inno alla Gioia che chiude la Nona Sinfonia.
Quanta speranza, quanta fiducia, utopia di una fratellanza universale in un mondo migliore, aveva concettualmente unito allora i due grandi artisti tedeschi, ubriacandoli di gioioso entusiasmo. Solo cento anni prima, o poco più. In quella stessa area geografica, in quella stessa cultura.
Del testo di Schiller è stata qui usata la versione che si dice aver preceduto quella a noi nota e che ipotizzava come fulcro non la parola “Freude”, gioia, ma “Freiheit”, libertà. Due parole strettamente connesse, interdipendenti, comunque; riunite nella conclusione al fremente appello beethoveniano (O Freunde! Amici!) in una terna concettuale indissolubile.
Mi preme ringraziare gli interpreti e tutti gli amici che hanno collaborato con grande entusiasmo all’iniziativa. Per parte mia, sono onorato, e profondamente grato, della possibilità che mi è stata offerta di testimoniare la mia partecipazione al ricordo dell’Olocausto.
Lied ohne Worte è stato composto nel 2004 ed è dedicato al Ghetto di Venezia, "primo" ghetto del mondo. Auspicabilmente, l’ultimo.
Claudio Ambrosini
Libretto
CORO MISTO DI VOCI BIANCHE
È più di un anno che vivo nel ghetto
nella nera città di Terezìn...
In ogni occhio brilla l’immobile attesa
e una parola: quando?
Dormire qui, per terra?
Mangiare quella patata sporca?
Sudicia, nera, marcia?!
Appena qualcuno arriva qui, nel campo,
ogni cosa gli sembra strana.
Gialla! Così gialla!
L’ultima farfalla volava in alto, leggera.
Aleggiava sicura,
per baciare il suo ultimo mondo.
L’ultima farfalla,
di un giallo così intenso,
una lacrima di sole
caduta sulla pietra.
Ma qui non ho più visto farfalle.
Le farfalle non vivono nel ghetto.
Una macchia di sporco dentro sudice mura
e tutto intorno filo spinato:
30.000 ci dormono, qui.
Quando si sveglieranno
vedranno il mare
del loro sangue.
O Freunde, nicht diese Töne! | Amici, non questi suoni! |
Freiheit, schöner Götterfunken, | Libertà, splendida scintilla divina, |
Tochter aus Elysium, | figlia degli Elisi, |
wir betreten feuertrunken, | col fuoco in gola veniamo, |
Himmlische, dein Heiligtum. | al tuo tempio, Celeste. |
Alle Menschen werden Brüder, | Tutti gli uomini diventano fratelli, |
wo dein sanfter Flügel weilt. | dove vola la tua dolce ala. |
(...)
Seid umschlungen, Millionen! | Soffrite con coraggio, milioni. |
Duldet für die bessre Welt! | Soffrite per il mondo migliore! |
CORO MISTO DI VOCI BIANCHE
Sobibor
Dora
Buchenwald
Auschwitz
Dachau
Treblinka
Birkenau...
SOPRANO
Die Verzweiflung Heldenmut... La disperazione si fa coraggio eroico...
(...)
Festen Mut in schweren Leiden, Fermo coraggio nelle sofferenze,
Hülfe, wo die Unschuld weint aiuto, là dove piange l’innocenza,
Ewigkeit gerschwornen Eiden. patti giurati per l’eternità.
*
Freunde Amici
Freiheit Libertà
Freude. Gioia.
Claudio Ambrosini
Compositore veneziano, dopo gli studi liceali classici e quelli presso il Conservatorio di Venezia, si è laureato in Lingue e Letterature Straniere e in Storia della Musica. Incontri importanti: Bruno Maderna, Luigi Nono. Ha composto lavori vocali, strumentali, elettronici, opere liriche, radiofoniche, oratori e balletti, ricevendo numerosi riconoscimenti e partecipando alle principali rassegne internazionali, come il Festival di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, di Strasburgo, Bruxelles, Helsinki, Stoccolma, Montreal, Avignone, New York, Chicago, Los Angeles, Sidney e altri. Dal 1979 dirige l’Ex Novo Ensemble, e dal 1983 il Centro Internazionale per la Ricerca Strumentale, che ha entrambi fondato a Venezia. Nel 1985 è stato il primo musicista non francese ad essere insignito del Prix de Rome e ha rappresentato l’Italia alle celebrazioni dell’Anno Europeo della Musica e nel 1986 alla Tribuna Internazionale dei Compositori dell’UNESCO. Tra le composizioni recenti: BIG BANG CIRCUS - Piccola storia dell’Universo (2001-2002), commissionata dalla Biennale di Venezia e dall’UNESCO; Passione secondo Marco (1999-2000), commissionata dall’Accademia Filarmonica Romana e da RaiTre; Canzon XIII, Canzon I, Sonata XIX (1998), eseguite alla Scala con la direzione di Riccardo Muti; Pandora librante (1997); Frammenti d’acque (1996), commissionata in memoria dell' alluvione di Venezia del 1966; le opere liriche: Orfeo, l’ennesimo (1984); Il Giudizio Universale (1996), Le cahier perdu de Casanova (1998); la cantata Proverbs of hell (1990-1991), commissionata dalla RAI; l'oratorio Susanna (1995/96), commissionato dal Ministère de la Culture de France.
Sonia Visentin
Soprano, diplomata con il massimo dei voti, si è successivamente perfezionata con Carlo Bergonzi all’Accademia Chigiana di Siena e con Rodolfo Celletti a Martina Franca e a Milano. Ha debuttato in teatro ruoli come Lucia in Lucia di Lammermoor, la Regina della Notte in Die Zauberflote, Corinna nel Viaggio a Reims, Dinorah nell’omonima opera di Meyerbeer, Olympia in Les Contes d’Hoffmann. Nel suo repertorio figurano inoltre Der Schauspieldirektor di Mozart, I Quatro Rusteghi di Wolf Ferrari, Hamlet di Thomas, Ariane auf Naxos. Ha lavorato con importanti direttori d’orchestra e registi. È stata ospite delle stagioni d’opera e concertistiche del Regio di Parma, Regio di Torino, Fenice di Venezia, Comunale di Bologna, Teatro Verdi di Trieste, Politeama di Palermo, Teatro Verdi di Firenze, Ponchielli di Cremona, Donizetti di Bergamo, Vichy, allo Chatelet di Parigi, Liceu di Barcelona, Teatro di Lione ed in vari Festival internazionali di musica contemporanea. Ha partecipato a numerose prime rappresentazioni e concerti di musica contemporanea e ha inciso per Bongiovanni, Ricordi, Image Studio e CIRS.
Alvise Vidolin
Regista del suono, pioniere della musica informatica, interprete di Live Electronics, è nato a Padova nel 1949 dove ha compiuto studi scientifici e musicali. Ha curato la realizzazione elettronica e la regia del suono di molte opere musicali collaborando con diversi compositori. Collabora con il Centro di Sonologia Computazionale (CSC) dell’Università di Padova, co-fondatore della Associazione di Informatica Musicale Italiana (AIMI). Ha collaborato in varie occasioni con la Biennale di Venezia soprattutto in veste di responsabile del Laboratorio permanente per l’Informatica Musicale della Biennale (LIMB). Ha pubblicato lavori di carattere scientifico e divulgativo, e tenuto numerose conferenze sui rapporti fra musica e tecnologia. Svolge attività di ricerca scientifica studiando le potenzialità compositive ed esecutive offerte dai mezzi informatici in tempo reale e dai sistemi multimediali. È docente di Musica Elettronica presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia e di Musica Elettronica e Informatica presso l’Accademia Internazionale della Musica delle Scuole Civiche di Milano.
Aldo Orvieto
Aldo Orvieto, studi al Conservatorio di Venezia, deve molto della sua formazione ad Aldo Ciccolini. Produzioni e concerti registrati per le principali radio europee: BBC, RAI, Radio France; le Radio tedesche (WDR, SDR, SR), la Radio Belga (RTBF), le Radio Svizzere (RTSI, DRS), la Radio Svedese. Più di 40 cd incisi per le case italiane Dynamic, Stradivarius, Ricordi, Nuova Fonit Cetra; per le case tedesche CPO, ARTS e HOMMAGE, per ASV (London), Mode Records (New York). Solista con le Orchestre della RAI, del Teatro La Fenice, l’Ensemble 2e2m, Accroche Note. Intensa attività concertistica con L. A. Bianchi, F. Ayo, D. Bratchkova, R. e A. Bonucci, J. Tilbury, M. Rapetti, L. Castellani. Ha partecipato ai più importanti Festival dedicati alla musica moderna. Nel 1979 è stato tra i fondatori dell’Ex Novo Ensemble. “Orvieto’s mastery of his instrument was awesome”, Matthew Connolly, Times, 2/12/2003.
Coro dei Piccoli Cantori Veneziani
Nato nel 1974 ha fin dall’esordio riscosso notevole interesse attraendo a sé un elevato numero di partecipanti provenienti sia dal centro storico della Città lagunare che dalle zone limitrofe. Numerose ed importanti sono state le partecipazioni della formazione nel corso di questi anni, basta ricordare: il concerto di apertura dell’Anno Internazionale del Fanciullo nel 1976; il concerto di apertura nel centenario della morte di Bela Bartok; la partecipazione al Summit dei capi di stato del 1987; il Concerto di Natale del 1981 trasmesso dalla RAI. Costante è la collaborazione del Coro con l’Ente Autonomo Teatro La Fenice per la realizzazione di opere e sinfonie. Di particolare rilievo sono i tradizionali Concerti di Natale organizzati in collaborazione con Enti Benefici quali UNICEF, UNESCO e Telefono Azzurro. Ha inciso quattro CD. La formazione è diretta dal Maestro Mara Bortolato.
Mara Bortolato
Diplomatasi in Canto e perfezionatasi in direzione per musica antica e prepolifonica, direzione corale, composizione, didattica musicale in varie città italiane; ha frequentato in Ungheria i corsi universitari sulla metodologia Kodaly. Ha rivolto la sua attività all’insegnamento della metodologia tenendo corsi rivolti all’aggiornamento dei docenti. È fondatrice, in collaborazione con il Maestro Davide Liani, dell’Associazione Corale Cantori Veneziani di cui è attualmente direttore dei Cori. Ha collaborato in qualità di docente con la scuola di teatro “Foyer” di Venezia per la formazione di attori. Collabora con vari Enti italiani tra i quali il Teatro La Fenice, Biennale Musica e Rai TV. Parallelamente a questo, da circa un ventennio svolge attività di ricerca e ricostruzione di danze storiche ed è fondatrice del gruppo di danza storica “Ricercardanzando” con il quale ha effettuato alcune tournèe sia in Europa che negli Stati Uniti. Ha realizzato le coreografie di alcuni film storici.
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