“Donne in Comune”, l’incontro in Municipio per l’Otto Marzo
Un'ampia panoramica di temi e problemi suscitati dalla
proposta “Donne in Comune. Facciamo il punto sui luoghi di libertà e
cittadinanza” emerge all'incontro in corso nella Sala consiliare del
Municipio di Venezia, promosso in occasione della Festa della Donna dal
Consiglio comunale, dall'Assessorato alla Cittadinanza delle Donne, dalla
Consulta delle Cittadine, dal Comitato Pari Opportunità, dai Gruppi
e dalle Associazioni del Centro Donna.
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All'affollato incontro sono finora intervenuti, tra gli altri, il sindaco
di Venezia, Paolo Costa, e la presidente del Consiglio comunale, Mara
Rumiz, presenti l'assessore comunale alla Cittadinanza delle Donne, Loredana
Aurelio Celegato, l'assessore provinciale alle Pari Opportunità, Delia Murer, le consigliere
comunali Tiziana Agostini, Andreina Corso, Maria Paola Miatello Petrovich, Alberta
Rincorosi, la presidente della Consulta, Franca Marcomin, la presidente del Comitato
Pari Opportunità, Gabriela Camozzi.
La presidente Rumiz ha ricordato la straordinaria importanza delle strutture
costruite dall'Amministrazione comunale, facenti capo al Centro Donna, che
sono punto di riferimento in materia per le altre città nel Paese e all'estero,
e ne ha sottolineato il “doppio binario”: quello istituzionale e quello di indipendenza
e di autonomia nei progetti, nelle decisioni, nella gestione, praticato in strettissimo
rapporto con le donne della città; sono strutture e pratiche – ha detto
Mara Rumiz – da salvaguardare e da valorizzare, avvicinando a esse le ragazze
e le giovani. La presidente del Consiglio si è quindi soffermata sulla
scarsa presenza di donne nei luoghi della politica e della rappresentanza: un
dato che impone un ripensamento sul più complesso problema del sistema
rappresentativo, che oggi privilegia i microinteressi di categoria e di territorio,
e che va invece sostituito con un servizio capace di rappresentare i bisogni
e i progetti di tutte le diverse categorie di cittadini, non soltanto delle
donne.
Il sindaco ha premesso un excursus sulla evoluzione sociale degli ultimi
decenni, prima lenta poi accelerata, dalla prima fase di rivendicazione
femminile contro la discriminazione e quindi di un contrasto donne-uomini,
alla successiva presa di coscienza di questa ingiustizia anche da parte
degli uomini, fino ai momenti positivi di costruzione di una società senza discriminazioni di sesso,
anche se con la persistenza di contraddizioni e di vischiosità (per esempio,
tra la raggiunta non-discriminazione nei settori della formazione e della scuola,
cui però non sempre seguono effetti concreti nel mondo del lavoro e della
produzione), e di sacche di discriminazione anche nell'ambiente familiare oltre
che nella società.
Di qui, l'accenno del sindaco a una strada ancora lunga sui modi di riadattare
le istituzioni all'evoluzione dei rapporti maschi-femmine nella società contemporanea,
perché i diritti proclamati e assicurati sulla carta diventino diritti
effettivamente esercitati nel concreto (per esempio, nella rappresentanza politica):
questo esige un cambio di mentalità da parte di tutti. In questo scenario,
vanno allora ripensate e reinventate anche le strutture create in una fase storica
diversa, per suscitare effettivi comportamenti e situazioni di non discriminazione,
con la fornitura di nuovi servizi concreti alle donne e alle famiglie, con la
creazione di forme nuove di sostegno e di integrazione, che consentano alle donne
di perseguire gli obiettivi di una presenza realmente non discriminata: in questa
ottica deve muoversi ogni politica comunale, affinché l'Otto Marzo
passi definitivamente da giornata di rivendicazione a giornata di non-discriminazione.
Va infine ricordato che quest'anno l'Amministrazione comunale destinerà i
fondi tradizionalmente impiegati per l'acquisto di mimose all'istituzione di
una borsa di studio presso un'Università Italiana per una ragazza
palestinese.
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