Indirizzi generali 1^ parte
Premessa
Il Comune di Venezia è stato tra le prime amministrazioni locali
a dotarsi di un assessorato alle questioni ambientali. Con l'avvocato
Casellati, già negli anni '60, poi, con i compianti Giuseppe Cianciolo
e Gaetano Zorzetto, l'assessorato all'ecologia è divenuto una struttura
portante delle politiche territoriali e produttive dell'intera amministrazione
comunale e un punto di interlocuzione autorevole per qualsiasi operatore
pubblico e privato.
Oggi l'assessorato alle politiche ambientali costituisce un patrimonio
di servizi, di conoscenze e di esperienze operative di rilievo assoluto,
pur nella consapevolezza della parzialità dei compiti diretti del
Comune e della limitatezza dei mezzi a disposizione. Comunque è
necessario evitare ogni presunzione di autosufficienza nella convinzione
che vi sia bisogno di un maggiore e più efficace contatto tra ricerche
afferenti all'ambiente e la loro applicazione. Il Comune di Venezia deve
continuare a giocare un ruolo protagonista rafforzando i legami con le
altre istituzioni che contribuiscono a livello scientifico all'analisi
ed alla valutazione dei problemi.
L'amministrazione comunale di Venezia è da sempre stata attenta
e aperta all'evoluzione del dibattito culturale che si è sviluppato
nelle numerose sedi scientifiche esistenti in città; universitarie
(discipline ambientali e territoriali), del Cnr (Grandi masse e Biologia
del mare) e di altre prestigiose istituzioni (Fondazione Cini, Istituto
di scienze, lettere ed arti, ecc.) tra cui lo stesso Museo civico di Storia
Naturale. Nel complesso, si può dire che in città funzionino
reti di relazioni formali (come il CORILA, Venezia ricerche, Fondazione
Mattei, Venezia Nuova, ecc.) e informali tra ricercatori attraverso cui
è possibile accedere alle acquisizioni scientifiche più
avanzate.
Tra i compiti delle amministrazioni pubbliche si annovera pertanto l'assunzione
della più aggiornata conoscenza e documentazione scientifica sul
funzionamento degli ecosistemi locali nelle loro varie componenti che
- associate alle istanze sociali - debbono essere alla base di una pianificazione
strategica, l'unica capace di ricomprendere orizzonti temporali adeguati
(la solidarietà con le generazioni future, principio cardine dello
"sviluppo sostenibile") nell'organizzazione delle risorse.
Un sistema ambientale complesso
Il territorio del Comune di Venezia è caratterizzato da un sistema
territoriale complesso come pochi al mondo. Un ecosistema naturale artificialmente
conservato, capace di autosostenersi e di mantenersi in equilibrio dinamico
- come è stato giustamente definito. Un sistema di sistemi naturali
(wild life, come le barene e i Siti di Interesse Comunitario), seminaturali
(come le valli da pesca), urbani (totalmente artificializzati, come gli
insediamenti storici urbani in laguna e in terraferma). Esso comprende
zone umide a preminente interesse naturalistico e grandi impianti per
la produzione industriale con conseguenti inquinamenti atmosferici, termici
ed elettromagnetici; aree soggette a dinamiche di erosione accelerata
di coste e suoli (questioni aggravate dal moto ondoso indotto dal traffico
acqueo) e un assetto morfologico lagunare e costiero continuamente squilibrato
dalle pretese di molteplici attività produttive (si pensi solo
al groviglio di problemi indotti da: una pesca che accelera l'erosione
e rimette in circolo inquinanti di origine industriale, una permanenza
industriale che non può non essere a rischio di inquinamenti, un
porto che vive di facili accessi al mare che espongono però la
città storica all'erosione e alla sommersione periodica, un traffico
indotto da una struttura della città metropolitana che risulta
irriducibile e divenuto perciò la maggior fonte di inquinamento
dell'aria).
La gestione della specialità
Gli ecosistemi naturali ed urbani che costituiscono il territorio veneziano
sono così sensibili e delicati da essersi meritati una attenzione
- appunto - speciale. Le responsabilità in capo alle pubbliche
amministrazioni sono qui massime. E' reale il rischio della "estinzione"
di biotopi ed ecotoni ormai unici. Tuttavia questa specialità non
sempre ha favorito la valorizzazione delle capacità locali. E'
stato ritenuto necessario creare organismi, comitati, gruppi di gestione
sovralocali, che a volte non hanno saputo interpretare le esigenze della
città, altre volte hanno costituito una macchina troppo articolata
per farlo con la dovuta speditezza. In questo contesto, il Comune di Venezia
ha mantenuto un ruolo di cerniera con la città, e proprio per questo
costituisce l'istituzione di riferimento, a volte anche di politiche che
gli competono molto meno di quanto sia istituzionalmente e legalmente
chiamato a rispondere. L'Assessorato all'ambiente, più di altri,
ha vissuto al passato e continua a vivere al presente questo sbilanciamento.
Alcuni esempi sono il problema delle acque alte, la riqualificazione dell'area
di Porto Marghera, il problema della contaminazione e dello sfruttamento
improprio delle acque della laguna.
Una città capace di futuro
Per ridurre l'"impronta ecologica" delle attività che
si sviluppano a Venezia è preliminarmente necessario sviluppare
una capacità di analisi e di verifica degli impatti ambientali.
Disinteresse, mancate previsioni od errate valutazioni, assenza di precauzioni
hanno prodotto nei decenni dell'industrializzazione selvaggia (della manifattura,
ma anche dell'agricoltura e del turismo) ingenti guasti e danni in alcuni
casi irreversibili, come sta dimostrando anche l'imponente mole di informazioni
prodotte per il processo in corso sulle morti causate dal Cvm. Compito
prioritario dei servizi ambientali (nel loro complesso) è quindi
fornire il quadro delle conoscenze necessarie per poter decidere, ora
per il futuro, con la maggiore cognizione possibile e piena consapevolezza.
Da questo punto di vista il concetto che l'amministrazione comunale assume
non è quello della "compatibilizzazione" tra sviluppo
economico e ambiente (nel senso di accompagnare un adattamento progressivo
dell'ecosistema alle esigenze della crescita dello sfruttamento di mercato
delle risorse storiche e naturali), ma della sostenibilità (nel
senso della valutazione della capacità di sopportazione del carico
delle attività antropiche) degli ecosistemi naturali a fronte del
cumulo di ogni singolo intervento od azione di trasformazione territoriale.
Le scienze ambientali che sorreggono tale impostazione ci aiutano ad individuare
parametri specifici per le varie componenti naturali ed indicatori generali
guida per ogni tipo di impatto.
La rete dei servizi ambientali
Per questi motivi, per una azione di buon governo è determinante
disporre di un buon quadro delle conoscenze. Tuttavia la conoscenza ambientale
non e' mai data "una volta per tutte", si evolve continuamente
e - alla fine - essa costituisce solo un aiuto nel processo di decisione
amministrativa e politica. Spesso la conoscenza ha livelli di complessità
che non consentono decisioni gestionali "automatiche" e univoche,
ma suggeriscono semplicemente successivi approfondimenti di dettaglio.
Servono allora processi trasparenti, che valorizzino nella decisione le
effettive conoscenze. Tra questi, a livello locale, in ambiti diversi,
si é sviluppata una affermata padronanza degli strumenti dell'analisi
di rischio, ecologico e della salute umana, e di impatto ambientale, dalla
VIA alla "landscape ecology" (ecologia del paesaggio). A tal
proposito va ricordato che a Venezia è già stato possibile
sperimentare scelte straordinariamente innovative (nell'ambito della determinazione
sui carichi ammissibili per la laguna contenuta nei decreti "Ronchi-Costa",
così come nella procedura speciale - ancora in corso - di valutazione
degli impatti delle paratie mobili alle bocche di porto) sulla scorta
di ricerche sulla valutazioni delle capacità di carico ambientale
e di studi interdisciplinati e multicriteriali sull'incidenza di qualsiasi
tipo di opera e attività che insiste sull'ecosistema.
A lezione di ecologia
In generale l'azione di governo dell'amministrazione comunale deve proporsi
il compito di risanare, di trovare nuovi equilibri, di potenziare la funzionalità
degli ecosistemi. Con ciò allargando la possibilità di un
loro razionale utilizzo. La "questione ambientale" può
essere vista come un problema di adeguamento degli apparati produttivi
e territoriali, rendendo le unità spaziali funzionalmente distinte
più direttamente partecipi di meccanismi naturali di riequilibrio
e rigenerazione. Se cioè - questo è il postulato della Ecological
Modernisation - la civiltà industriale fordista (o, più
semplicemente "moderna") postulava la costruzione di un territorio
modellato sulla razionalità progettuale, creando una serie di eventi
non voluti quanto nefasti, oggi dobbiamo mirare ad un territorio il più
possibile complesso e autoregolato ad imitazione degli ecosistemi naturali.
Insomma, ci piace immaginare la laguna come "Gaia" - il pianeta
concepito da James Lovelock (1979) come un organismo vivente - esattamente
come qualche secolo fa scriveva Cristoforo Sabatino (Proto alle acque
nel 1542):
"Questa laguna veramente fabrichata dal signor Dio per conservation
della necessariisima città di Venezia (
) è alla similitudine
di un corpo humano con testa, bragie e gambe, con il corpo de dentro,
il fegato et il polmone. Il capo è il locho dove sono situati i
liti; e quella parte verso il mare le bragia, che le da il vivere; et
il cibo sono i porti; le gambe, che'l tiene saldo nei piedi, sono li canali,
laghi et recetaculo de acque salse, situati fuori del corpo di mezzo di
essa laguna, negli canedi verso terraferma. Il cuore è la città
di Venetia, il fegato a mano dritta è la città di Chiozza.
Il polmone sono le contrade di Torcello, Mazorbo e Burano. Le vene sono
i canali dentro il corpo di mezzo della laguna. La carne, ossa e nervi
sono gli fondi di essa laguna di diverse sorte. A voler che questo corpo
si conservi vivo, bello, sano e gagliardo, fa bisogno di conservarlo tutto
intiero (
) e darle il viver continuamente, et di più tenerli
il fiato sano, buono et odorifero. Il cibo veramente suo debbe esser l'acqua
del mare salso".
(Sabbadino, Antichi scrittori d'idraulica veneta, a cura di R.
Cessi, Vol. II, Venezia 1987)
Indirizzi specifici
A) Attività repressiva degli inquinamenti (con i servizi dell'
Arpav e dell' Aulss)
B) Attività preventiva e previsionale (con l'assessorato alla Programmazione
sanitaria)
C) Attività di pronto intervento (con l'assessorato alla Protezione
Civile)
D) Azioni positive (con tutti gli assessorati)
A) L'attività di lotta contro gli inquinamenti dovrà essere
razionalizzata con l'ausilio di strumenti di analisi di rischio, ad esempio,
per individuare i sottogruppi delle popolazioni più esposti e più
sensibili agli inquinamenti più rilevanti sotto il profilo della
salute pubblica. Lo stato delle affezioni alle vie respiratorie degli
abitanti della Aulss veneziane sono - come noto da tempo - allarmanti.
I pochi studi epidemiologici esistenti dicono che esiste una correlazione
evidente tra salute e qualità dell'aria. La collaborazione tra
Azienda sanitaria, Arpav, Provincia, Municipalità diventa obbligatoria.
E' necessario giungere ad individuare la "lista nera" dei principali
inquinanti conosciuti e muovere contro di essi specifiche azioni di "azzeramento":
benzene, idrocarburi policiclici aromatici, polveri sottili, amianto,
sostanze cancerogene (tenendo conto di quelle lavorate a Porto Marghera).
Vi sono poi nuovi inquinamenti che deteriorano la qualità della
vita nei nostri quartieri: elettrosmog, rumore, inquinamenti olfattivi
(cattivi odori), inquinamenti luminosi, ecc. Contro questi inquinamenti
cominciano a funzionare strumenti legislativi specifici che impongono
limiti e consentono l'elaborazione di "piani regolatori" di
settore.
B) E' necessario affinare continuamente metodiche e strumentazione di
rilevamento dei dati e di interpretazione della realtà. L'attività
preventiva e previsionale è infatti innanzitutto una attività
valutativa. Quindi, oltre ai nuovi strumenti (che vanno comunque adottati
e sperimentati: bioindicatori, rilevatori a distanza, quali radar, raggi
laser, telerilevatori satellitari, ecc.) dovrebbero essere pensati e valorizzati
i metodi valutativi. Prevenire, intervenire a monte, è sempre più
conveniente che rincorrere gli effetti indesiderati perché non
previsti. A tal fine vanno sistematicamente introdotte le procedure di
VIA, di VIA Strategica, la valutazione degli impatti cumulativi, la valutazione
di incidenza prevista dalle direttive europee (Habitat), le legislazioni
sulla prevenzione degli incidenti industriali, le normative di sicurezza
fuori e dentro i luoghi di lavoro, ecc.
C) Buona regola, comunque, è non farsi trovare impreparati di fronte
ad emergenze sempre possibili. Incidenti e disastri devono poter essere
rilevati in tempo reale e la macchina della "protezione civile"
deve essere sempre innestata. Dovrà quindi essere preparata, discussa
e partecipata la valutazione probabilistica dei rischi.
D) Il miglioramento complessivo del sistema ambientale dipenderà
dai contenuti di tutto l'insieme delle azioni di pianificazione e di intervento
destinate a trasformare nel futuro il territorio. In particolare vanno
ricordati: il Master Plan per le bonifiche delle aree contaminate (previsto
dall'Accordo integrativo sulla chimica, per l'implementazione del quale
l'Assessorato ha predisposto un Sistema informatizzato territoriale delle
caratterizzazioni del suolo); i piani del Traffico e della Mobilità
con la valutazione dei costi sociali ed ambientali dell'incremento dell'uso
dell'auto (con la verifica dell'attendibilità, sulla base dell'analisi
costi-benefici su basi ambientali - Environmental Cost Benefits Analysis
- delle diverse proposte comparate del passante di Mestre, mantenendo
fermo l'obiettivo del trasferimento dei camion su ferrovia tra il Quadrante
Europa di Verona e Cervignano): il piano Energetico comunale (giungendo
all'Agenzia attraverso la nuova associazione Agire e prevedendo l'adozione
"unilaterale" del protocollo di Kyoto, così come ha già
deciso di fare la municipalità di Seattle); il Piano dei Rifiuti
(sviluppando e affinando le politiche di riduzione, recupero e riciclaggio);
le reti ecologiche delle aree protette (Ramsar, Sic Habitat, Bosco planiziale
di Mestre, parchi urbani, oasi e parchi naturalistici, sistema dei Forti
della terraferma, ecc.); Piani urbanistici (a partire da quello per la
Laguna); nuovo Piano generale degli interventi per la salvaguardia della
laguna (partendo dalla deliberazione del Consiglio dei ministri del 15
marzo); ecc.
Conclusioni
Le molteplici, svariate attività "ordinarie" che l'Amministrazione
comunale deve svolgere nel campo della tutela e valorizzazione ambientale
(non tutte, come ricordato, necessariamente facenti capo all'Assessorato
all'ambiente) assumerebbero maggiore pregnanza e comprensione se ordinate
in una logica capace di dare un senso complessivo all'azione generale
di governo del Comune in campo ambientale. Una sorta di "filo verde"
capace di ricondurre ogni singolo sforzo e contributo alle macro-azioni
indicate.
E' noto, infatti, che le politiche ambientali riescono a dare i loro frutti
solo se gli abitanti delle comunità cittadine ne condividono gli
obiettivi. Detto in altro modo, città sostenibile significa governo
partecipato della città. Le politiche ambientali, la determinazione
di obiettivi di qualità, sono un pezzo importante della definizione
di una città capace di futuro. In questo contesto la ripresa dell'esperienza
dell'Agenda 21 (a dieci anni da Rio), della partecipazione alle reti Urban
Center, l'avvio dell'Osservatorio per le problematiche naturalistiche
lagunari, il rilancio del Museo di storia naturale
sono tutte azioni
volte a migliorare la conoscenza e vivificare la cultura ambientale dei
cittadini e dei visitatori della Venezia insulare e di Terraferma.
In particolare l'azione dei servizi all'ambiente dell'amministrazione
comunale dovranno:
a) contribuire alla comprensione e condivisione delle vocazioni storiche,
paesaggistiche e ambientali del territorio;
b) sperimentare processi innovativi di risanamento e rinaturazione (vedi:
Life natura);
c) coordinare le attività delle aziende ecologiche cittadine (Aspiv,
Amav) verso interventi ed azioni che rendano sempre più vivibile
l'ambiente urbano;
d) partecipare e farsi promotore di grandi temi relativi al cambiamento
globale (clima, flussi migratori, ecc.).
|